mercoledì 13 marzo 2013

Intervista a Suzanne Collins


Da Scholastic.com ecco una lunga intervista a Suzanne Collins, ben quattro pagine di domande e risposte. Ecco la traduzione integrale dell'intervista.
Senza perdere altro tempo, iniziamo:
Intervista a cura di scholastic.com
Una chiaccherata con Suzanne Collins, autrice della trilogia di Hunger Games
domande e risposte

D: Hai detto fin dall'inizio che la storia di Hunger Games sarebbe stata una trilogia. Questo ha effettivamente messo un segno a come l'hai pianificata dall'inizio?
R:Veramente molto. Mentre non conoscevo ogni dettaglio, ovviamente, il filo della storia dai giochi dei gladiatori, alla rivolta, alla guerra, sono elementi che sono rimasti costanti attraverso il processo di scrittura.

D:Sappiamo che hai lavorato alla sceneggiatura iniziale per il film basato su Hunger Games. Qual'è la più grande differenza tra lo scrivere un romanzo e scrivere una sceneggiatura?
R: Ci sono state molte differenze significative. Il tempo, per iniziare. Quando adatti un romanzo in un film di due ore non puoi portare tutto con te. La storia deve essere condensata in una nuova forma. Poi c'è il problema di come sia meglio riportare un libro narrato in prima persona e presentare la tensione e trasformalra in una soddisfacente esperienza drammatica. Nel romanzo non lasiamo mai Katniss nemmeno per un momento e ci sono i suoi pensieri più privati così bisogna trovare un modo per adattare il suo mondo interiore e renderlo compatibile con gli altri personaggi che esistono all'infuori della sua cerchia. Infine, c'è la sfida di come portare sullo schermo la violenza, rimanendo in un rating PG-13 (un film visibile per gli adolesenti nda) affinchè il centro del tuo pubblico possa vederlo. Molte cose che sono concesse nelle pagine di un libro non lo sono su uno schermo. Ma come certi momenti verranno rappresentati sarà alla fine nelle mani del regista.

D:Sei in grado di considerare dei progetti futuri mentre stai lavorando a Hunger Games, o sei così immersa nel mondo che stai attualmente creando da rendere troppo difficile pensare nuove idee?
R: Ho alcuni spunti di idea che aleggiano nella mia mente ma- dato che così tanta della mia concentrazione è rivolta a Hunger Games- è probabile che ci voglia qualche tempo prima che uno emerga completamente ed io inizi a svilupparlo.


D: Hunger Games è un evento televisivi annuale nel quale un ragazzo e una ragazza per ognuno dei dodici distretti è costretto a partecipare per lottare fino alla morte in diretta tv. Come pensi che sia l'interessamento per il reality - sia dei bambini che degli adulti?
Beh, ci sono spesso programmi come giochi e, come gli eventi sportivi, (dove) c'è interesse nel vedere chi vince. I partecipanti sono generalmente sconosciuti, il che li rende vicini al pubblico. A volte hanno delle esecuzioni di gente veramente capaci. Poi c'è il brivido voyeuristico - guardando persone che vengono umiliate, o portate alle lacrime, o che soffrono fisicamente - che io trovo davvero inquietante. C'è anche l'eventualità della desensibilizzazione del pubblico, così quando vedono trasmettere una tragedia reale, intendo la novità, questa non ha l'impatto (emotivo) che dovrebbe avere.

D: Se fossi costretta a competere negli Hunger Games, quali pensi sarebbe la tua principale abilità?
R: Nascondermi. Sarei salita su quegli alberi come Katniss e Rue. Visto che sono stata addestrata al combattimento con la spada, immagino che la mia miglior speranza sia quella di averne una affilata se fosse disponibile. Ma la verità è che probabilmente avrei preso un quattro nell'addestramento.

D: Attraverso Hunger Games hai intrecciato azione, avventura, mitologia, fantascienza, intrecci amorosi e filosofia. Cosa ha influenzato la creazione di Hunger Games?
R: Una grande influenza l'ha avuta il mito di Teseo e il Minotauro. Il mito racconta che come punizione per delle azioni passate, Atene doveva inviare periodicamente sette giovani e sette fanciulle a Creta, dove venivano gettati in un Labirinto e divorati dal mostruoso Minotauro. Anche da bambina, ho sempre capito quanto fosse crudele tutto questo. Creta stava lanciando un segnale molto chiaro: "Mettetevi contro di noi e noi faremo qualcosa di peggio che uccidervi. Uccideremo i vostri figli." E la cosa è, che era permesso; i genitori erano senza poteri per fermare tutto ciò. Teseo, che era il figlio del re, si offrì volontario per andare. Immagino che, a modo suo, Katniss è un futuristico Teseo.
In accordo con le radici classiche, ho spedito i miei tributi in dei moderni giochi dei gladiatori romani, il che implica un governo crudele che che obbliga le persone a combattere fino alla morte per il divertimento del popolo. Il mondo di Panem, in particolare la Capitale, è costruita sui riferimenti romani. La stessa Panem deriva dall'espressione "Panem et Circenses" che si traduce con "Pane e giochi".
Il pubblico sia per i giochi gladiatori che quello dei reality TV sono per la maggior parte autocaratterizzati. Loro possono rispondere con gran entusiasmo o giocare un ruolo nella tua eliminazione.
Stavo facendo zapping tra reality televisivi e programmi di attualità sulla guerra quando la storia di Katniss mi è saltata in mente. Una notte mi sono seduta (davanti alla tele) cambiando (i canali) e su un canale c'era un gruppo di ragazzi che gareggiavano, non so per cosa, forse per soldi? E sul canale successivo c'era un gruppo di giovani che combattevano un guerra vera. Ed io ero stanca, e gli intrecci iniziavano ad appannarsi in questo modo inquietante, e ho pensato a questa storia.

D: la premessa della trilogia è brutale, eppure è così raffinatamente alla mano. E' stato difficile l'equilibrio per realizzarlo?
R: Sì, le scene di morte sono sempre difficili da scrivere. E' difficile inserire bambini in situazioni violente - Gregor (il protagonista delle Cronache sotterranee) è dentro una guerra, Katniss in dei giochi gladiatori. I personaggi moriranno. Non è divertente da scrivere, ma credo che se non puoi proprio affidarti all'idea, forse è meglio lavorare su un altro genere di storia.
Detto questo, devi ricordare a chi vuoi che il libro arrivi. Ho provato a pensare come avrei spiegato ai miei bambini un evento particolarmente difficile. Di quali dettagli avessero bisogno per capire realmente, e quali sarebbero stati gratuiti.

D: Hunger Games affronta argomenti come profonda povertà, fame, oppressione e gli effetti della guarra sugli altri. Cosa ti ha portato a delineare un problema con argomenti così seri?
R: Probabilmente è stata l'influenza di mio padre. Lui era arruolato nell'Air Force, un gruppo militare specializzato,  uno storico e un dottore in scienze politiche. Quando ero una bambina è andato per un anno in Vietnam. Per lui era molto importante che comprendessimo certi aspetti della vita. Quindi, non era sufficiente visitare un campo di battaglia, dovevamo sapere il perchè la battaglia era accaduta, come si era svolta, come era finita e le conseguenze. Per fortuna, lui aveva un dono per proporre la storia come un racconto accattivante. Lui sembrava anche avere il senso di quanto un bambino potesse sopportare, il che vuol dire molto.

D: Cosa speri che rimarrà ai lettori dopo aver letto Hunger Games?
R: La domanda di quanti elementi del libro siano importanti nelle loro vite. E, se si sentono turbati, cosa potrebbero fare su questi spetti.

D: In Hunger Games, Katniss e Gale hanno una vasta conoscenza della caccia, della ricerca di cibo, della fauna selvatica. Che tipo di ricerche hai fatto, se (ne hai fatta) qualcuna?
R: Alcune cose le le conoscevo per aver ascoltato i racconti di mio padre sulla sua infanzia. Lui è cresciuto durante la Depressione. Per la sua famiglia cacciare non era uno sport, ma un modo per mettere del cibo in tavola.. Conosceva anche un buon numero di piante commestibili. Lui andava nei boschi e raccoglieva questi funghi commestibili, li portava a casa e li cucinava. Mia madre non ha mai lasciato che ci avvicinassimo ad essi! Ma lui era solito mangiarli e loro non gli hanno mai fatto nulla, quindi immagino lui conoscesse quali fossero sicuri, perchè i funghi selvatici possono essere davvero mortali.
Ho anche letto una pila di giude sulla sopravvivenza in zone selvagge. E questo è quello che ho imparato: devi essere molto bravo per sopravvivere lì fuori per più di qualche giorno.

D: Quanto tempo ci impiegherebbe il Nord America a scadere nel mondo descritto nei libri?
R: Devi permettere il collasso della civilizzazione come la intendiamo noi, il sorgere di Panem, una ribellione e settantaquattro anni di Hunger Games. Stiamo parlando di una tripla cifra.

D: Hai scritto per la televisione per bambini e per lettori di media cultura (Le cronache sotterranee, la serie bestseller  per il New York Times) Perchè hai deciso per un pubblico più adulto e quanto è stata diversa quest'esperienza?
R: Credo che la natura della storia decida sin dall'inizio l'età del pubblico. Sia Le cronache sotterranee che Hunger Games presentano molta violenza. Ma nelle Cronache sotterranee, sebbene i personaggi muoiano, buona parte di conflitti avviene tra specie fantastiche. Cose come topi giganti e pipistrelli. In quel modo puoi spaventare un po' i bambini. Invece in Hunger Games, non ci sono elementi fantasy, è un romanzo futuristico fantascientifico. e la violenza non è solo umano contro umano, è ragazzo verso ragazzo. E penso che questo lo sposti automaticamente su un campo più adulto.
Trovo che non ci sia tecnicamente una grande differenza nell'approcciarsi alla storia, non importa per che età sia. Ho iniziato a scrivere per un pubblico adulto. Quando arriva un lavoro televisivo, è principalmente per bambini. Ma a parte l'età per la quale lavori (hai), le stesse regole per la trama, i personaggi, i temi da applicare. Sei semplicemente in un mondo e cerchi di rimanere fedele ad esso. Se è riempito con animali animati da coccolare, non c'è nessuna possibilità che qualcuno muoia. Se è riempito con topi giganti in carne e ossa con del rancore, lì ci sarà violenza.

D: Com'è stato tornare al mondo di Hunger Games crivendo La ragazza di fuoco e Il canto della rivolta?
R: Sinceramente, mi sembra di non averlo mai abbandonato. Le revisioni per il primo libro si sono sovrapposte con la scrittura del secondo, così come il secondo si è sopvrapposto al terzo. Finchè ogni libro è stato nutrimento per il successivo, mi è sembrato che una parte del mio cervello fosse costantemente a Panem,

D: Avevi ogni libro completamente sviluppato, o avevi una linea generale che ti ha portato da quella a questo? Ti è capitato di imbatterti in cose come inaspettati cambi di trama o di personaggi?
R:  Ho imparato che mi aiuta lavorare con punti chiave della struttura prima di iniziare una storia. Questo genere di cose stimolando avvenimenti, azioni, rotture, rovesciamenti di trama nella mia testa, crisi, climax. Inoltre, conoscerò buona parte di quello che riempie i buchi attraverso essi, ma lascio alcune porte aperte per lo sviluppo del personaggio. E se una strada si apre in quella direzione, sono curiosa di vedere dove porta, e alla fine la seguirò.

D: Quanto generalmente dedichi al tuo lavoro giornaliero? Hai una routine quando scrivi?
R: Prendo alcuni cereali e mi siedo a lavorare il prima possibile. La maggiore distrazione contro la quale devo combattere prima di iniziare effettivamente a scrivere è la difficoltà di concentrarmi sull'inizio della storia. A quel punto lavoro finchè non sono stanca, normalmente nel primo pomeriggio. Se attualmente scrivessi tre ore su cinque, sarebbe un giorno produttivo. Alcuni giorni tutto quello che faccio è fissare il muro. Il che può essere anche produttivo, se stai lavorando sui problemi dei personaggi e della trama. Il resto del tempo, lo passo camminando con la trama che entra ed esce dai miei pensieri.

D: Probabilmente riceverai un sacco di e-mail dai fan! Qual'è stata il riscontro più sorprendente per Hunger Games? (o quello che ti ha sorpresa di più per Hunger Games)
R: Probabilmente quanto le persone vedano differentemente il libro. Alcune sono attratte dal mondo disptopico, altre dall'azione e l'avventure, altre ancora per la storia d'amore. I lettori stanno descrivendo il libro in maniera personale ed entusiasta.

D: Quali sono stati alcuni dei tuoi romanzi preferiti quando eri una ragazza?
R: Un albero cresce a Brooklin di Betty Smith
L'urlo del silenzio di Carson ;McCullers
1984 di George Orwell
Anna Karenina di Leo Toltstoy
Mattatoio  n° 5 di Kurt Vonnegut
Nelle pieghe del tempo di Madeleine L'Engle
Il signore delle mosche di William Golding
Boris di Jaapter Haar
Germinale di Emile Zola
L'estate incantata di Ray Golding




Contact: Sheila Marie Everett
(212) 389-3786 or severett@scholastic.com
This interview has been provided by Scholastic Inc.
It can be reprinted for publication either in full or excerpted as individual questions
provided that they are reprinted in their entirety.

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